Si è detto e scritto tanto sulla variabilità, ma mancando ormai solo 12 giorni al raduno in Sicilia dove di Ophrys ne vedremo un'infinità, due parole vorrei dirle, magari generando un confronto di gruppo. Sono di parte, è vero ma vorrei cercare di fare un discorso, un'analisi, il più imparziale possibile.
Le specie, qualunque specie, vegetali e animali sono, per definizione umana, un'insieme di individui che condividono caratteristiche simili, che si accoppiano e riproducono, trasmettendo alla prola e alle generazioni successive un certo patrimonio genetico. Le popolazioni che formano una determinata specie possono vivere in ambienti i più disparati e diversi tra loro. Se gli individui di popolazioni diverse mantengono la capacità di riprodursi continuano ad appartenere a quella specie. Gli individui delle varie popolazioni possono essere anche estremamente diversi da loro, ma se continua ad esserci la possibilità di accoppiarsi e riprodursi, la specie non cambia. Penso ad esempio ad un cinese, un africano, un lappone e un europeo... le differenze morfologiche sono evidenti, eppure tutti appartengono alla specie Homo sapiens.
Le popolazioni possono presentarsi parzialmente isolate dalle altre. Gli individui di quella popolazione allora, accoppiandosi sempre tra loro, tenderanno a selezionare dei caratteri fenotipici e genetici particolari che contraddistingueranno quella particolare popolazione. Penso all'uomo, ma anche alle varie razze di cane e gatto. Accoppiando sempre e solo esemplari con determinate caratteristiche, la prole mostrerà quelle caratteristiche, finchè diventano caratteri stabili. Quanto sono diversi un dalmata, un pitbull e un chihuahua, eppure sono sempre cani. Oppure un persiano, un certosino e uno sphynx eppure sono sempre gatti. Appertengono sempre alla stessa specie. In natura certe popolazioni a mio avviso si trovano in una situazione simile, vuoi per un parziale isolamento geografico, e l'Italia con la dorsale appennica che la divide, di barriere e nicchie ne offre parecchie, vuoi per tempi di fioritura anticipati o posticipati per particolari condizioni climatiche (e anche in questo caso l'Italia presenta grandi differenze sia per latitudine che altitudine) o ancora per il particolare tipo di impollinazione che contraddistingue le Ophrys. Una specie come la Ophrys sphegodes può potenzialmente trovarsi a vivere in ambienti e condizioni infinite e ogni popolazione, proprio per il particolare tipo di impollinazione, può trovarsi parzialmente isolata dalle altre e selezionare certi caratteri. Dove voglio arrivare? Mi sembra chiaro. Una Ophrys sphegodes a seconda della popolazione, e dell'ambiente, ecologia, ecc. in cui vive, può assumere caratteri fenotipici più da classica, da massiliensis, da sphegodes, da tarquinia, da argentaria, da minipassionis, da rojana, ecc. ecc. In ogni caso non perde la possibilità di incrociarsi con altri individui di altre popolazioni... sono specie diverse? Non direi proprio. Sono sottospecie diverse... dipende! Le sottospecie dovrebbero essere maggiormente isolate, geograficamente (es. Anacamptis morio subsp. morio e A. morio subsp. longicornu) o in altro modo, es. avere impollinatori diversi... ci devono essere condizioni biologiche che le separano in modo netto rispetto a due semplici popolazioni diverse. Ad es. la passionis che ha impollinatori diversi dalla sphegodes ed è presente solo al sud potrebbe essere una buona sottospecie della sphegodes. Con le Ophrys e in generale nel mondo vegetale, chiaramente non è mai così semplice perchè ci sono anche gli ibridi, le popolazioni ibride e le popolazioni a caratteri misti... però insomma, ritengo sbagliato, a fronte di caratteri fenotipici che sono comunque evidentemente e innegabilmente diversi, riconoscere sempre rango di specie o di sottospecie. È il peso, l'importanza che si da a quelle differenze che per me cambia... Bisognerebbe a mio avviso valutare molto di più il discorso delle popolazioni e della variabilità... anche perchè è questa il vero segreto che consente a una specie di garantirsi una prole, e di proseguire la sua evoluzione e permanenza al mondo. Ad es. se per assurdo tutti gli individui di una specie fiorissero una particolare settimana dell'anno, se per due o tre anni quella settimana gelasse, addio fioritura, addio prole, la specie andrebbe incontro all'estinzione. Altro esempio, e poi la smetto: se il labello di una specie di Ophrys fosse sempre uguale e se l'insetto impollinatore morisse, quella specie si estinguerebbe o dovrebbe trovare un altro meccanismo di impollinazione. Ci sono Ophrys estremamente specializzate sotto questo punto di vista... O.insectifera o O. speculum per esempio impollinate da un'unico insetto impollinatore, oppure O.apifera che ha scelto l'autoimpollinazione... se invece, io, Ophrys sphegodes mi presento con una buona variabilità sia fenotipica che fenologica, un po' tarquinia, un po' classica, un po' massiliensis, ecc. ecco che mi garantisco una maggior probabilità di essere impollinata e in ultima analisi di sopravvivere come specie, che è poi l'unico scopo dell'esistenza di tutte le specie.
_________________ Luca«Nomina si nescis, perit et cognito rerum» - Se si ignora il nome delle cose, se ne perde anche la conoscenza. C. Linnaeus, Philosophia botanica (1751) «I was much struck how entirely vague and arbitrary is the distinction between species and varieties. Charles Darwin, On the Origin of Species (1859)«This disagreement regarding bee orchid diversity represents a particularly extreme example of a phenomenon that frequently afflicts taxonomy - a dichotomy between researchers who divide natural variation into as many units as possible (splitters) and others who aggregate those subtly different units into entities that they consider to be either more easily recognised or more biologically meaningful (lumpers)» - R.M. Bateman
«Un fiore, anche il più insignificante, è la mirabile risultanza di un collaudato progetto genomico, di precisi equilibri ecologici, dell'azione congiunta del sole, del terreno, della pioggia e della rugiada, del vento e degli insetti impollinatori. Quale unica specie consapevole della complessità di questi processi e della preziosità del risultante dono, è nostro dovere promuoverne la conoscenza e prodigarci per la sua protezione» - G. SciarrettaNomenclatura GIROS - Biodiversity Heritage Library - IPNI, International Plant Names Index - Kew Gardens Checklist
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