Ciao a Tutti
Un po’ di tempo fa, su questo Forum, Bruno annotava che tra le nuove entità italiane del genere Epipactis nessuno ancora aveva parlato di Epipactis leptochila subsp. umbrae. Aspettavo in realtà che succedesse qualcosa, qualcosa ora è successo. Vale la pena di ricordare che queste mie deduzioni si rifanno di necessità a una meticolosa visione delle foto, per quello che è possibile intuire e alla lettura dei testi. Ora infatti
Epipactis leptochila subsp. umbrae è finalmente e ufficialmente un entità nuova per la flora italiana. O almeno forse… Sinceramente mi pare infatti che la vicenda di E. leptochila subsp. umbrae sia molto simile a quella di E. hyblaea, in entrambi i casi sembrerebbe sbagliata di base la specie principale di raffronto: E. distans per E. hyblaea ed E. leptochila per E. leptochila subsp. umbrae. In quest’ultimo caso sarebbe probabilmente bastato raffrontarla con la pianta che era stata trovata nella stessa zona nel 2008 e venne allora determinata come E. leptochila subsp. neglecta, per scoprire che sono esattamente la stessa cosa. I caratteri che per gli autori sembrano discriminanti, in realtà non sono altro che variabilità che rientrano abitualmente in questa tipologia di piante. E’ assolutamente normale che si possano trovare piante con fiori a viscidio funzionante per un periodo più o meno lungo, mentre in altre piante il viscidio non è presente e il polline sgrana già alla prima apertura del fiore. Tutti sappiamo che nel 2013, rispetto al 2012, da nord a sud c’ è stato un ritardo sulle fioriture di almeno 15 giorni, dovuto all’annata più fresca e piovosa. In certe zone questo ritardo è stato anche più accentuato. Questo aspetto è ben conosciuto anche da Giovanni: quando infatti mi contattò, la mia prima preoccupazione fu quella di chiedergli come stesse andando la fioritura di E. leptochila subsp. neglecta. Mi fu risposto che nel 2013 la neglecta non si era vista. Pertanto riportare nei confronti dati di annate differenti, oppure dati bibliografici rilevati in altre stagioni e magari a mille e più chilometri di distanza diventa una pura perdita di tempo. Se osserviamo le foto delle piante intere non può assolutamente sfuggire che ci troviamo di fronte a soggetti giovani, questa osservazione trova riscontro anche nelle parole degli autori, quando dicono che il rizoma è poco sviluppato: in queste condizioni è quindi assai difficile poter vedere gruppi di piante generati da uno stesso rizoma. Sarebbe stato meglio lasciarle crescere indisturbate, invece di immolarle per uno scopo scientifico inutile. Per fortuna apprendiamo che nel 2014 è stata osservata ancora una piccola stazione. Peccato che non siano state però prodotte nuove foto, dal momento che la fondamentale immagine del 2013 sul ginostemio risulta praticamente indistinguibile. Se osserviamo le foto di raffronto tra E. leptochila subsp. neglecta ed E. leptochila subsp. umbrae, noteremo che alla base dell’epichilo in entrambe sono presenti due piccole crestine perfettamente identiche. Riguardo alla piegatura dell’epichilo, vale la pena ricordare che, nei fiori appena aperti, tutte le Epipactis si presentano con la punta dritta in avanti, le varie piegature avvengono man mano che il fiore invecchia. Nel nostro caso, la piegatura sta avvenendo e proprio nel modo classico di E. leptochila subsp. neglecta, cioè con carattere asimmetrico. Nel testo sono poi riportate alcune inesattezze che vale la pena sottolineare: le masse polliniche non cadono mai come tali sullo stigma, ma a cadere sono piccole parti di esse o proprio polline polverulento, per effetto dello sgranamento tipico delle piante con carattere o evoluzione autogama. Osservando la foto n° 1 del protologo non capisco come si sia potuto associarla ad E. leptochila, visto che non contiene nessuno elemento che possa far pensare a questa specie. Va inoltre sottolineato che i sepali di E. leptochila subsp. neglecta, non sono affatto ovali come sostenuto nel testo, ma risultano invece caratteristicamente lanceolati o lungamente lanceolati. Mi trovo comunque assolutamente d’accordo con gli Autori quando affermano che il genere Epipactis è uno dei più complicati e difficili. Sicuramente non giova però alla semplificazione avventurarsi nella determinazione di nuovi taxa mancando di una conoscenza approfondita delle specie affini, illustrando un protologo con immagini inadeguate e soprattutto raffazzonando, per giustificare le presunte diversità, dati bibliografici incongruenti con la realtà del clima e del luogo in cui si opera. Pubblico alcune immagini di Epipactis leptochila italiana per consentire un confronto dei caratteri e anche per intendere cosa possa significare una documentazione fotografica comprensibile, che non dovrebbe mai mancare in un buon protologo per permettere a tutti la comprensione di realtà nuove. Ciao Luciano
Metto il link del protologo di E. leptochila subsp. umbrae:
https://dl.dropboxusercontent.com/u/537 ... z2014C.pdf