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						 Ciao a tutti, e una risposara a Luca:  Le piante di Paphiopedilum da me utilizzate erano tutte di origine "commerciale", nessuno più è tanto inetto da razziare in Natura, anche se ho avuto notizia che le 12 piante di Paphiopedilum rotschildianum riprodotte da esemplari in cattività e reintrodotte in natura  nel sito del Borneo che fu locus classicus sono state nuovamente raziate. Le barriere  genetiche all'incrocio sono state per anni insormontabili , finchè qualcuno scoprì  che "trattando" con la colchichina  le piante , queste superano la barriera naturale e generano ibridi fecondi . Per cui si trovarono in commercio  ibridi F1  "impossibili" in natura.  Si è per commercio che questi studi hanno e proseguono a livello "industriale". Per capirci l'ibrido Paphiopedilum Saint Swithin ( rotschildianum × philippinense) in clone pregiato (vero e proprio pedigri, se si scrive cosi) è in vendita  oggi a circa 15000 euro per la pianta a tre anni dalla fioritura. Questo è un esempio dei centinaio che si possono citare, sopratutto per piante tipo Phalaenopsis. Ma ciò è tutto troppo lontano dalla Natura:  nelle Sandr's list , organismo che registra il nome degli ibridi creati dall'uomo, troviamo Paphiopedilum  con incroci di 80° generazione e oltre e in cui le specie pure sono anche qualche decina e riutilizzate più volte. Bello si ma ..... E nelle Sander list ci sono già ibridi registrati tra le specie nostrane , sopratutto Dactylo. 
					
  
						
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