G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee

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 Oggetto del messaggio: Re: Come faccio macro con la reflex
MessaggioInviato: 30 luglio 2011, 17:33 
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Mi fa particolarmente piacere che nel GIROS si inizi a trattare di tecnica fotografica, argomento in fondo vitale per la nostra attività, ma non particolarmente sviluppato in passato.
La profondità di campo, nella macro stretta, è problema antico e non facile da affrontare per noi, che operiamo in natura, esposti soprattutto a problemi di vento.
Stringere molto il diaframma, in presenza di una buona fonte di illuminazione artificiale, offre una scorciatoia rapida: aumenta la profondità di campo, la brevità del lampo blocca l’immagine anche con un uragano in atto e il nostro documento è realizzato.
Le foto con luce esclusiva del flash sono bruttine, gli sfondi neri, però si vede accettabilmente ciò che abbiamo ripreso. Per qualche tempo ho seguito anch’io questa strada e, poiché Nikon più 60 mm arrivano elettronicamente a F57, vi lascio immaginare le mie performance in fatto di profondità di campo. Il risultato è che mi sono trovato un archivio prezioso di macro di Epipactis anche straniere e quindi difficilmente ripetibili con una qualità ignobile per via della diffrazione ottica.
Vi è una grande profondità di campo, ma in realtà è come se nulla fosse veramente a fuoco. E il bello è che, sul momento, non me ne rendevo conto: è infatti solo il confronto con ciò che è migliore a permettere una valutazione reale.
Le foto vanno esaminate a piena risoluzione, senza riduzioni e maschere di contrasto: solo così si ha un’idea della qualità che potremo avere in grandi stampe. Con le riduzioni per il web si fanno miracoli, che però svaniscono alla prima necessità di stampa seria.
Quando mi sono brutalmente reso conto del problema, ho iniziato seriamente a sperimentare i valori massimi di diaframma, che permettessero di ottenere, sui fiori o loro particolari, livelli accettabili di incisione e nitidezza. Effettivamente F16 è un po’ il crinale. Oltre l’immagine decade, rimanendo però utilizzabile fino a F22. Più in là è poltiglia. Vi sono situazioni di luce e di soggetto che paiono soffrire della diffrazione più di altre: riprendere il giallo biancastro di un ginostemio di Epipactis a diaframma stretto significa votarsi a una blurizzazione diffusa. Inoltre se si va oltre il rapporto 1:1 per mezzo di tubi o teleconverter occorre aprire ulteriormente il diaframma, pena una confusione invadente dell’immagine.
Questa almeno è la mia esperienza, ripetutamente sperimentata e confrontata.
Come risolvo allora i problemi di profondità di campo? F16-18 non offrono affatto una profondità trascurabile, soprattutto se in ripresa si studiano intelligentemente i possibili parallelismi.
In casi disperati scatto due foto a F16 con fuoco diversificato (in realtà non modifico il fuoco, ma mi sposto io leggermente) e poi unisco in post-produzione le due immagini: oggi i software di focus stacking fanno miracoli. Garantito che in questo caso la PdC ottenuta è maggiore che a F32 (e anche di F57!) e con qualità nemmeno comparabile.
Naturalmente parlo di foto a mano libera (spesso uso solo un comodo e rapido picchetto di appoggio), per foto di documentazione rapide, ma di buona qualità complessiva.
Quando invece ricerco una bella foto, parto con cavalletto, slitta micrometrica, ombrello parasole, flash di riempimento ed uno zaino che pare soma per asini, faccio fatica, sono lento come un bradipo, ma alla fine arriva a casa qualche foto, che sarebbe impossibile realizzare di fretta, a mano libera e con luce esclusiva del flash. Sono passato a questa ottica dopo che tra centinaia di foto faticavo sempre molto a trovarne anche poche degne di essere pubblicate.
La mia filosofia di oggi è quindi molte foto di documentazione, non belle ma ben esposte, pulite e nitide e pochissime foto “estetiche” di cui però si possa essere orgogliosi.
Spero continui in futuro il confronto su temi fotografici, perché il tema mi appassiona e sinceramente a trattarlo oggi mi sono divertito un mondo. Con simpatia ciao Riccardo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Come faccio macro con la reflex
MessaggioInviato: 30 luglio 2011, 18:08 
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Riccardo complimenti, ho lretto con attenzione il tuo intervento, che trasuda tanta passione tanta voglia di migliorarsi, che si accomuna molto con quanto scritto da Gianni, soprattutto quando descriveva la sua Zenit, macchina fotografica Russa che con un modestissimo prezzo garantiva ottimi risultati, interessante il tuo metodo di scattare due immagini e poi tramite un programma unirle, e garantirsi una ulteriore chiusura, eliminando problemi, partendo da valori di scatto che non superano una chiusura di 16, prima avevo apprezzato tutto il lavoro artigianale fatto da Gianni, quanta invenzione, per arrivare ad un risultato, quanta passione veramente, la macchina in mano sua non decide e solo un prolungamento della sua mente, quante operazioni in pochi attimi deve fare per avere un risultato, oggi non è tutto più facile, la passione resta la voglia anche, le capacità si accrescaono di nuove tecniche e i risultati risultano eccezzionali, oggi nelle note che accompagnano un immagine difficilmente si legge un titolo, difficilmente si trasmette ll'emozione che ha accompagnato lo scatto, ci si limita ad indicare i dati il mome della macchina che ci accompagna, come se fosse lei a formare l'immagine, quindi ben vengano argomenti come questi, che dimostrano che i tempi cambiano ma la curiosità e la voglia di guardarsi attorno è sempre la stessa, Saluti a Tutti.
Giuliano
PS se mi risponderai, voi dirmi quanti anni hai

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Giuliano Frangini

Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia: Di doman non c'è certezza
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 Oggetto del messaggio: Re: Come faccio macro con la reflex
MessaggioInviato: 30 luglio 2011, 20:47 
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Caro Giuliano, la fotografia è sicuramente un'estensione della nostra passione di osservare la natura. Ammiriamo la bellezza e fa piacere poterla fissare anche materialmente, oltre il ricordo della mente. Per questo perfezionarci nell'abilità a creare immagini è in fondo un omaggio verso ciò che ci emoziona.
Adesso che il web offre una passerella alla capacità di tanti, onestamente si può notare nelle foto di natura una cura e preparazione spesso sconosciuta a noi orchidofili. Documentare in qualche modo può anche andare bene, ma in fondo ci vuole poco a fare di meglio: si offre un piacere estetico agli altri, si esalta il tema delle nostre osservazioni e contemporaneamente si può ottenere una soddisfazione personale perché il ben fatto gratifica sempre. Insomma una passione nella passione. La mia speranza è appunto di coinvolgere molti in questo angolo del Forum per imparare gli uni dagli altri, estendere la conoscenza ed anche evitare agli altri le fregature di attrezzature ed altro, che noi già abbiamo sperimentato personalmente in passato. E chissà che la Rivista o un nuovo eventuale libro possa in futuro contenere immagini più raffinate che nel passato.
Ho preso il nickname ricki51. 51 non sono purtroppo gli anni, ma la classe di nascita. Ciao Riccardo


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 Oggetto del messaggio: Re: Come faccio macro con la reflex
MessaggioInviato: 30 luglio 2011, 22:18 
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Bene bella risposta, a quando qualche immagine?
Ciao Giuliano

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 Oggetto del messaggio: Re: Come faccio macro con la reflex
MessaggioInviato: 30 luglio 2011, 23:39 
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ricki51 ha scritto:
parto con cavalletto, slitta micrometrica, ombrello parasole, flash di riempimento ed uno zaino che pare soma per asini, faccio fatica, sono lento come un bradipo, ma alla fine arriva a casa qualche foto, che sarebbe impossibile realizzare di fretta, a mano libera e con luce esclusiva del flash

Anche perché con un pò d'esperienza e soprattutto di pazienza, si possono ottenere ottime foto anche in situazioni ambientali apparentemente molto critiche. L'ultima uscita l'ho fatta per le Epipactis in Apuane in condizioni pessime, nel buio della faggeta, per via delle nebbia fitta, e con un vento tremendo, ma le foto non ne hanno risentito più di tanto...

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 Oggetto del messaggio: Re: Come faccio macro con la reflex
MessaggioInviato: 3 agosto 2011, 17:54 
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Orchidofilo Junior
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ricki51 ha scritto:
In casi disperati scatto due foto a F16 con fuoco diversificato (in realtà non modifico il fuoco, ma mi sposto io leggermente) e poi unisco in post-produzione le due immagini: oggi i software di focus stacking fanno miracoli. Garantito che in questo caso la PdC ottenuta è maggiore che a F32 (e anche di F57!) e con qualità nemmeno comparabile.


E’ più che vero e, a proposito di focus stacking, vi invito a leggere questo articolo:
http://www.nital.it/experience/nitidezz ... grafia.php
e a visitare il sito http://www.heliconsoft.com/heliconfocus.html
Da questo sito è possibile scaricare la versione trial funzionante 30 giorni del programma Helicon Focus. E’ incredibile quello che si può ottenere con programmi di questo tipo disponendo di una slitta micrometrica e del cavalletto adatto a riceverla. Ci sono però degli inconvenienti: bisogna caricarsi come un somaro e rassegnarsi a realizzare una foto ogni mezz’ora.
Questa mattina ho sperimentato questa tecnica con dei lavori di un amico tornitore disposti a distanze tra i 60 e i 160 cm. Ho scattato una serie di otto foto a diaframma 8 e le ho poi elaborate. Risultato: tutto perfettamente a fuoco.
Mi avete convinto!
Gianni


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