Serapias lingua
L. 1753
Sin.:
S. columnae
(Rchb.fil.)
Lojac.
(Serapide lingua,
Lingua di gallina)
2n = 72
Etimologia:
riferita alla forma dell'epichilo.
Distribuzione:
mediterranea-atlantica, dal Portogallo alla Grecia, a N fino alla
Bretagna. In Italia è comune nelle isole, in tutto il Sud e nelle
regioni tirreniche (Liguria compresa), più rara nella parte adriatica
dal Molise all'Emilia-Romagna, assente a N del Po (dubbia in
Piemonte).
Habitat:
preferisce ambienti luminosi (incolti, garighe, prati magri anche
umidi), fino a 1200 (1500) m di quota.
Fioritura:
(III)IV-V(VI).
Caratteri essenziali
Pianta gracile h.10-30
(40) cm, fusto verde chiaro, a volte sfumato di rossiccio.
Foglie 4-8
lineari-lanceolate, le inferiori aperte, più in alto semierette, le
superiori bratteiformi.
Brattee verdi
sfumate e nervate di rosso, più brevi del casco.
Infiorescenza lassa
e pauciflora, con 2-7 fiori di media grandezza.
Perianzio
grigio-violaceo con nervature rosse.
Labello di colore
variabile, da rosa chiaro a porporino (anche biancastro o giallastro),
con debole pelosità spec. alla base dell'epichilo.
Ipochilo con lobi
laterali di colore più intenso rispetto al centro, con callosità
indivisa, lucida, nerastra-porporina (a "grano di caffè").
Epichilo stretto
più dell'ipochilo (5-10 mm per 10-20 di lunghezza), ovato-lanceolato.
Osservazioni
E' la specie
caratterizzante la Sectio Serapias, cui appartengono poche altre entità affini (qualcuna di
dubbio rango specifico) a diffusione molto più marginale (vedi scheda
S. strictiflora). Poco variabile (a parte il colore del
labello), è facile da riconoscere per la ben visibile callosità basale
intera; si presenta spesso in popolazioni abbondanti, grazie al
ricorso alla moltiplicazione vegetativa tramite i lunghi stoloni
provvisti di giovani tubercoli. Ma S. lingua ricorre anche
all'impollinazione entomofila, e in modo piuttosto raffinato,
paragonabile - più che a quello delle altre Serapias - al
mimetismo sessuale delle Ophrys: il maschio di una specifica
piccola ape (Ceratina cucurbitina) viene infatti attirato dalla
callosità basale, luccicante alla luce del giorno, e forse anche da
stimoli tattili e olfattivi.
Aggiornamento:
febbraio 2010
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